Pulizia ai tempi del Covid-19: cosa è cambiato per le aziende?

La pandemia sembra sempre più alle spalle, ma non per questo bisogna abbassare la guardia. Qualcosa che il Covid-19 ci ha già dimostrato negli ultimi anni e rispetto alla quale c’è una misura che si è rivelata davvero efficace e funzionale: quella legata alla cura della pulizia, non solo personale, ma anche della casa e ancora di più dei luoghi di lavoro.

Che si tratti di attività come uffici e negozi o, ancora di più, di strutture sanitarie, avere al proprio fianco una realtà come Pulistar, specializzata e certificata nella sanificazione delle diverse strutture, si rivela un valore aggiunto da non sottovalutare per la propria azienda, capace di far dormire sonni sereni e di intervenire efficacemente in caso di imprevisti.

I protocolli varati dall’Istituto Superiore di Sanità sul tema, ovvero l’organo ufficiale dello Stato italiano, si rivelano assolutamente importanti e ormai ampiamente collaudati, oltre che obbligatori dal punto di vista normativo. In questo articolo parliamo del perché è importante che la pulizia sia eseguita non solo a regola d’arte ma tenendo conto di quanto disposto in materia dallo Stato.

Le disposizioni dell’ISS per le strutture sanitarie

Una delle cose che si rivela indispensabile specificare è una questione terminologica. Si parla, infatti, comunemente di pulizia ma sarebbe più corretto utilizzare un’altra parola, ovvero sanificazione. La quale comprende le operazioni di pulizia, ovvero di normale rimozione dello sporco, con in più le attività volte a garantire una migliore qualità dell’aria.

Pertanto, è stato dimostrato che una condizione termica migliore in azienda si rivela essenziale per la produttività e la qualità dell’aria, quando adeguatamente trattata anche grazie alle operazioni di sanificazione, è decisamente funzionale in tal senso.

Un concetto che è ancora più valido al tempo del Covid-19 e ancora di più nelle strutture sanitarie comprese quelle sociosanitarie e socioassistenziali, dove le accortezze sono necessariamente legate alla salute delle persone che si trovano in condizioni particolari di fragilità. Pertanto, le disposizioni in materia dell’Istituto di Sanità sono piuttosto chiare. Vediamole nel dettaglio:

  • Pulizia attraverso i specifici detergenti approvati dall’ISS in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche. Il punto di riferimento sono le certificazioni UNI EN 14476:2015 e UNI EN 16777:2019.
  • I protocolli riguardano ambienti quali quelli comuni e non comuni: sale d’attesa, bagni, arredi, pavimenti e porte, finestre, maniglie e corrimano, strumentazioni mediche, locali e canali aeraulici.

Fondamentale, come si può vedere, sono i detergenti, il cui nome corretto è PMC, ovvero Presidi Medico Chirurgici, per i quali è richiesto uno standard di qualità alto, ovvero con un’azione virucida, battericida e fungicida, secondo prodotti rispondenti a standard ben precisi.

E le strutture non sanitarie?

Le disposizioni per le strutture non sanitarie non sono poi dissimili per quelle sanitarie. I PMC necessari per la sanificazione sono i medesimi e presentano analoghi standard di sanificazione.

Un discorso che vale per tutte le professioni, comprese quelle come i lavori legati all’artigianato come il fabbro, le quali attualmente conoscono un revival importante. La sanificazione delle strutture non sanitarie è vincolata, esattamente come per quelle di tipo sanitario, alle misure stabilite dall’Istituto Superiore di Sanità in partnership con il  Ministero della Salute e l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche.

I presidi medico chirurgici devono rispondere, come sempre, alle certificazioni UNI EN 14476:2015 e UNI EN 16777:2019, le quali parlano di detergenti che è indispensabile che abbiano un’azione virucida, battericida e fungicida.

La sanificazione riguarda gli ambienti comuni e quelli non comuni, nonché le strumentazioni adoperate. Un qualcosa di estremamente delicato, in particolare in settori come quello alimentare e della ristorazione, ma si tratta solo di un esempio, dove il contatto con la materia prima è diretto e notevole. Procedure particolarmente delicate e che non possono essere, per questo motivo, effettuate a livello dilettantistico, motivo per cui avvalersi di una ditta specializzata rappresenta una soluzione da non sottovalutare. Se fino a poco tempo fa si poteva pensare di risparmiare sulla pulizia, oggi non è più così.

Sanificazione e post pandemia

Le previsioni per il futuro parlano di protocolli che rimarranno invariati anche nel momento in cui cambierà, in meglio, il modo di vivere il Covid-19. Le procedure di sanificazione, infatti, sono quelle che più si sono rivelate decisive ed efficaci a livello preventivo e si sa, la prevenzione in medicina a livello igienico sanitario si rivela sempre un fattore decisivo e su cui intervenire risulta davvero semplice e non particolarmente oneroso.

La pandemia è stata anche un’occasione per riflettere e ripensare ai nostri comportamenti in maniera diversa, dando meno per scontati quei piccoli gesti che ormai si rivelano indispensabili, dall’avere un gel disinfettante sempre con sé all’abitudine di lavarsi le mani e persino di indossare la mascherina. Un discorso che vale per le aziende sanitarie e non sanitarie per le quali la sanificazione degli ambienti si prospetta fondamentale esattamente come adesso.